MAROCCHINO EVADE DAI DOMICILIARI E SI COSTITUISCE:
“MEGLIO IL CARCERE CHE UN ANNO CON MIA MOGLIE!”

MAROCCHINO EVADE DAI DOMICILIARI E SI COSTITUISCE: “MEGLIO IL CARCERE CHE UN ANNO CON MIA MOGLIE!”

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MAROCCHINO EVADE DAI DOMICILIARI E SI COSTITUISCE:
“MEGLIO IL CARCERE CHE UN ANNO CON MIA MOGLIE!”

I Carabinieri di Loreto davanti al fatto compiuto (fuga fino alla caserma) hanno dovuto ammanettare il 51enne


La prospettiva di passare i prossimi 11 mesi e 6 giorni, ristretto in casa agli arresti domiciliari, non era un problema. Tutto passa e sarebbe trascorso anche l’anno, circa, di detenzione in casa.

Ciò che però ha reso insopportabile la decisione del giudice di fargli scontare tra le mura domestiche, anzichè a Montacuto, il periodo di carcerazione, è stata la conseguenza naturale in coda al premio… in casa il marocchino E.K., 51 anni, nullafacente e divorziato avrebbe dovuto obbligatoriamente dividere la propria vita con l’ex moglie, convivente nella stessa abitazione-carcere.

Una convivenza, nonostante la separazione e nonostante la condanna rimediata a Perugia per detenzione illegale di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio, resa obbligata per via del fatto che l’ex moglie, italiana di Loreto, non possiede soluzioni abitative alternative.

Da qui la convivenza nonostante la fine ufficiale del rapporto ma non la fine delle aggressioni, anche fisiche, ripetute giornalmente dalla donna verso quell’uomo buono a poco o nulla.

Offese e brutte parole, se non spinte e schiaffoni… insomma tutto l’armamentario che una donna, quando vuole, sa come mettere in campo, a piacimento, annichilendo il proprio maschio al ruolo di nullità.

E.K. ha sopportato, si è tappato occhi e orecchi, ha provato a farsi scivolar via questa autentica pena accessoria, non prevista in condanna, ma essendo fatto di sola e semplice carne… non avrebbe mai potuto farcela.

Dopo averci pensato sopra a lungo, alla fine, l’idea geniale per venire a capo del problema, trovare la soluzione e magari allungare i tempi di detenzione… come?

Chiedendo al giudice di revocare il beneficio dei domiciliari per essere associato al carcere più vicino!

Facile a dirsi. Non certo a farsi. Il povero marocchino, con l’ingegno ormai reso aguzzo dal bisogno impellente e crescente di finire in manette pur di scappare dalle grinfie della ex, alla fine si è convinto che il modo infallibile per riuscirci era quello di evadere tecnicamente dall’abitazione.

Sabato scorso, così, all’alba ulteriore di un week-end che si preannunciava terribile, E.K. ha raccolto le proprie cose per presentarsi in caserma, a Loreto, con l’intento di costituirsi!

Costituirsi perchè? Il fatto di aver lasciato l’abitazione, sia pur per raggiungere la caserma Carabinieri più vicina, costituisce per la legge una evasione a tutti effetti.

Ammanettato sul posto con somma gioia, il povero spacciatore si è visto confermare l’altro giorno, dall’ufficio di sorveglianza, il provvedimento di sospensione della misura cautelare di alternativa alla cella.

Come dire: l’uomo merita il carcere. E con il regime di detenzione basta con i problemi di convivenza obbligata, notte e giorno, con la fresca ex.

I problemi, semmai, inizieranno tra 11 mesi e 7 giorni quando, saldato il proprio debito con la società, E.K., da uomo libero quanto indifeso, dovrà tornare a fare i conti con la battagliera e ancor più minacciosa ex.

Per allora toccherà inventarsi qualcosa, anche rapidamente, per evitare nuovi e più che mai temuti faccia a faccia muliebri. Come dargli torto?


 

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