BORGO, AI BIMBI INSULTI INVECE CHE COCCOLE
8 MESI ALLA PALMIERI PER ABUSO CORREZIONE

BORGO, AI BIMBI INSULTI INVECE CHE COCCOLE 8 MESI ALLA PALMIERI PER ABUSO CORREZIONE

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BORGO, AI BIMBI INSULTI INVECE CHE COCCOLE
8 MESI ALLA PALMIERI PER ABUSO CORREZIONE

“Borgo amico”, condannato al risarcimento anche il Miur; insegnanti e Direttore negarono qualsiasi episodio salvo trasferire l’insegnante a Campocavallo


Otto mesi, pena sospesa, per la maestra d’asilo osimana Lorena Palmieri, 62 anni, accusata di maltrattamenti nei confronti di due piccoli – nel 2011, epoca dei fatti, di 3 e 4 anni – affidati alla scuola di infanzia “Borgo amico”, al Borgo.

L’insegnante all’epoca dei fatti 55enne, residente a Numana e sebbene vicina alla pensionamento ancora al lavoro presso altro nido di Castelfidardo, è comparsa alla sbarra giovedì scorso, presso il Tribunale di Ancona, per rispondere del reato originario di maltrattamenti poi derubricato nel più favorevole abuso di mezzi di correzione.

Direttore dell’Instituto Comprensivo Fabio RADICIONI

A salvare, probabilmente, l’insegnante osimana dalla più grave e infamante accusa, il fatto che l’inchiesta giudiziaria non sia passata attraverso la normale verifica delle telecamere impiantate a scuola ma “solo” attraverso le indagini private dei genitori dei due maschietti presi di mira.

“Quando mio figlio tornava a casa dall’asilo – ha raccontato in aula una delle due mamme – manifestava comportamenti strani. Se qualcuno ad esempio lo sgridava iniziava ad urlare e si graffiava in faccia! A volte – ha raccontato in Tribunale una delle due mamme – faceva resistenza e giunti davanti l’asilo, riconosciuto il posto, non voleva entrare…”.

Di fronte a questi atteggiamenti, mamme e papà dei due bimbi presi di mira hanno chiesto spiegazioni; da prima alle stesse maestre e quindi al Direttore dell’istituto comprensivo Fabio Radicioni.

Sia il corpo insegnante che il Direttore, di fronte alle evidenze lamentate dai quattro genitori – si era nell’anno scolastico 2011-12 – hanno però opposto un sostanziale rifiuto ad approfondire; non un muro di gomma impenetrabile… ma quantomeno il tentativo di sminuire i fatti contestati.

Da questo nulla di fatto alla ricerca della verità scaturirono comunque due conseguenze destinate a lasciare il segno: la decisione delle due famiglie di iscrivere i ragazzini presso altro nido e soprattutto la direttiva dell’istituto comprensivo (in seguito ad indagine interna rimasta ignota ai genitori) di trasferire la maestra Palmieri dal Borgo a Campocavallo.

Contro questa mobilità forzata, appellata nel 2013 dalla Palmieri al Tribunale del Lavoro, è così toccato al destino prendersi una rivincita; tra i testimoni della buona attività della maestra osimana figurarono indicati, chissà perchè, proprio i genitori di uno dei due bambini maltrattati – o meglio – vittima di soprusi.

Fu dunque attraverso questa strana modalità che la controparte ebbe conferma degli episodi negati dal Direttore Radicioni e dalle altre insegnanti; e soprattutto si trovò servito, senza più dubbi, come su di un piatto d’argento, il nome della presunta responsabile!

Da qui l’avvio dell’indagine penale che, a distanza di sette anni dai fatti e di quattro dall’apertura del procedimento, ha portato l’altro giorno la Giustizia a stabilire un primo punto fermo: non maltrattamenti ma abuso del proprio ruolo e dei mezzi di correzione normalmente spettanti a qualsiasi insegnante.

Crisi di nervi, rifiuto ad andare all’asilo, manifestazioni di autolesionismo fino alla paura vera e propria, in bimbi di 3 e 4 anni, ad assolvere ad un dovere di norma gioioso, piacevole e formativo del carattere e della socialità di ciascuno.

La maestra Lorena Palmieri, sentita per prima dai genitori, all’epoca dei fatti se la cavò con la spiegazione classica; manifestazione di particolare aggressività dei due pargoli a cui non dare eccessivo peso… ma quando dalla paura si passò ai lividi sulle braccia e ai graffi in volto, fu chiaro che non di sola marcata esuberanza si doveva parlare.

Purtroppo, dispiace sottolinearlo, l’atteggiamento complessivo osservato dalle istituzioni scolastiche non potè esser definito collaborativo verso la ricerca della verità.

Non solo la stessa insegnante ha comprensibilmente negato qualsiasi circostanza che potesse in qualche modo ricondurre a responsabilità precise sue, del nido “Borgo amico” e/o di altre insegnanti; proseguendo su questa linea difensiva la Palmieri ha negato che gli strani e sempre più numerosi atteggiamenti tenuti in casa dai bambini, come le reiterate reazioni a non voler entrare al nido, potessero essere frutto di qualche episodio sfuggito loro, in qualche modo, di mano.

Anche lo stesso Direttore dell’istituto comprensivo Fabio Radicioni, nel cui ambito ricade la responsabilità didattica del nido, ha negato ai genitori che i bimbi potessero, sotto qualsiasi punto di vista, essere rimasti vittima di alcunchè.

Un atteggiamento sin troppo prudente, quello del dirigente, apparso finalizzato più che altro a salvaguardare se stesso e il buon nome della scuola piuttosto che rispondere a tutela dei ragazzini da possibili episodi da codice penale.

Una tesi, quella dei soli bambini “vivaci”, che l’avvocato della controparte, Naspi di Ancona, ha tentato – riuscendoci – di smontare sotto ogni punto di responsabilità, guadagnando con la condanna ad 8 mesi per la Palmieri, il riconoscimento delle famiglie a rivalersi con il Ministero dell’Istruzione, in sede di causa civile, per la quantificazione dei danni biologici subiti e già stimati dalle parti, rispettivamente, in 50.000 e 100.000 euro.

Del resto gli atti messi insieme dal Pubblico ministero Serena Bizzarri con la frase meno censurabile della Palmieri, tipo “tutti i matti li mandano a me…” avevano consentito da tempo di disegnare un quadro probatorio tale da lasciare ipotizzare per quei due poveri ometti il peggio di quanto potesse capitare a dei ragazzini affidati a mani professionalmente poco lucide o al momento non del tutto serene.

Così, solo il venir meno della prova regina, ovvero di una ripresa video in grado di attribuire con certezza ruoli e responsabilità di ciascun insegnante, ha potuto far si che il reato, rispetto a quanto ipotizzato in sede preliminare, abbia potuto essere ridefinito dal dottor Pallucchini, più favorevolmente per l’imputata, in un quasi banale abuso di mezzi correttivi.

Sulla stessa linea il quadro messo insieme dall’insegnante che in Tribunale, in sede di dichiarazioni spontanee, ha parlato di come nella scuola “Borgo amico” si fosse instaurato un clima immotivato di invidia e tensione tra colleghe.

In particolare la maestra, assistita dall’avvocato Ennio Tomassoni, ha insistito nel negare la circostanza di aver mai picchiato e/o insultato quei due bambini o altri.

“Ricordo bene come i due fossero eccezionalmente vivaci; a volte capitava di doverli contenere fisicamente per impedire si facessero male… di certo non li ho mai presi a sculacciate”.

Tesi fatta propria dal legale difensivo il quale, annunciando appello, ha sostenuto come la maestra Palmieri si sia limitata a fare da baluardo tra i ragazzini allo scopo non si facessero male tra loro o ad altri compagni. Di certo in quella classe – convenendo con l’accusa – regnava una situazione di eccezionale vivacità…”


Parolacce, severe punizioni e strattonamenti ai danni di due piccoli di 3 e 4 anni MALTRATTAMENTI NEI CONFRONTI DI DUE BAMBINI ALLA SBARRA INSEGNANTE DEL NIDO AL BORGO Avviato in Tribunale il processo a carico della maestra d’asilo osimana Lorena Palmieri

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