UN MONT BLANC RICICLATO FA SCATTARE LA CORRUZIONE
SCONTO A LEOPARDI PER LA SEMI INFERMITÀ MENTALE

UN MONT BLANC RICICLATO FA SCATTARE LA CORRUZIONE SCONTO A LEOPARDI PER LA SEMI INFERMITÀ MENTALE

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Vicenda biogas, 5 mesi e 20 giorni di condanna al Conte Guido Leopardi Dittajuti. L’azienda Green Farm multata di 25.800 euro


E alla fine, all’interno di una accusa complessiva, denominata “affare biogas” di oltre 6 milioni (spartiti su una dozzina di imputati), rimase in piedi solo il vecchio orologio Mont Blanc da 2.500 euro ricevuto in regalo dal conte Guido Leopardi Dittajuti e da questi riciclato al dirigente del servizio Territorio e Ambiente della Regione Marche Luciano Calvarese (posizione stralciata a causa di una malattia che gli ha impedito di prendere parte al processo).

Orologio che se nuovo sarebbe avrebbe raggiunto un valore massimo di 9.000 euro, diminuiti in pratica di oltre il 70% in quanto donato di seconda mano al dirigente regionale; nuovo di negozio o preso gratis in casa per la legge, però, non c’è differenza: a funzionari pubblici meritevoli di attenzioni e piccoli regali non possono essere offerti oggetti di valore superiore a 150 euro e quella vecchia cipolla, per quanto riciclata, valeva pur sempre circa 16 volte più il limite di legge anti corruzione.

Da qui la condanna, mite, ad appena 5 mesi e 20 giorni a cui l’avvocato Riccardo Leonardi, legale di sempre del conte-imprenditore, è giunto attraverso un autentico colpo procedurale riuscendo a convincere il giudice Giovanni Spinosa dello stato, all’epoca dei fatti 2012-2014, di semi infermità mentale del discendente di Giacomo Leopardi. E quindi del via libera all’attenuante in caso di condanna, come si è poi verificato.

In pratica, perizie alla mano, l’avvocato Leonardi, vero vincitore del processo, ha sostenuto che nel triennio in questione e oggetto dei fatti accusatori per quanto concerne l’azienda Green Farm, Guido Leopardi Dittajuti ha indubbiamente sofferto di una patologia invalidante in grado di impedirgli di intendere restando intatta la facoltà di volere.

Una situazione che ha coinciso con i fatti presi in esame dal Tribunale chiamato a sentenziare su una serie di episodi, almeno una dozzina, accaduti dal 2009 al 2014 tra le province di Ancona, Macerata e Pesaro.

In sintesi veniva contestato ad un gruppo di aziende, a vario titolo, di aver intrattenuto rapporti privilegiati con alcuni Dirigenti regionali i quali, in cambio di favori o regali, avrebbero pilotato norme atte a consentire la costruzione di centrali biogas senza, ad esempio, adeguata valutazione di impatto ambientale.

Tra i reati formalizzati a vario titolo dalla Procura dorica c’erano corruzione impropria, abuso di ufficio, induzione indebita, abusi edilizi e reati di stampo ambientale.

Sono fioccate diverse condanne, alcune anche pesanti e altrettante assoluzioni mentre la posizione dell’osimano è rimasta così intermedia proprio grazie all’intuito del pool difensivo di Guido Leopardi Dittajuti che, primo in Italia, è riuscito a far passare una norma, quella dell’attenuante per semi imfermità mentale, in genere propria di vicende di sangue, piuttosto che utilizzata in implicazioni corruttive.

Nella sostanza, comunque, imputazione dell’osimano a parte (multata l’azienda di famiglia Green farm di 25.800 euro per illeciti amministrativi), l’impianto accusatorio messo insieme dai Pubblici ministeri Marco Pucilli, Paolo Gubinelli e Andrea Laurino ha sostanzialmente retto portando a cinque condanne per 10 anni complessivi, 1 mese e 20 giorni oltre a sequestri di beni e multe per illeciti amministrativi per 2 milioni e 218.500 euro. Sei le assoluzioni emesse. Entro metà ottobre la pubblicazione delle motivazioni e l’eventuale ricorso in appello.

Massimo Pietroselli


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