TUTTI I GIORNI MEZZ’ORA DI STRAORDINARIO NON PAGATO!
8 OPERAIE ASTEA OBBLIGATE AL LAVORO GRATIS DA 3 ANNI

TUTTI I GIORNI MEZZ’ORA DI STRAORDINARIO NON PAGATO! 8 OPERAIE ASTEA OBBLIGATE AL LAVORO GRATIS DA 3 ANNI

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Trattamento riservato alle sole lavoratrici donne: a fine turno scatta mezz’ora di pulizie! Sei su otto firmano denuncia all’Ispettorato del Lavoro


Obbligo di lavorare mezz’ora al giorno senza essere pagate; per l’esattezza 32 i minuti richiesti gratis alla causa Astea Igiene urbana… ma solo se si è lavoratrici donne!
Uniche eccezioni? Ovviamente il riposo domenicale e festivo; ma anche il fatto di essere nati maschi e quindi essere inquadrati come lavoratori Astea uomini, quindi col pisello, costituisce titolo professionale valido per non dover sottostare al quotidiano “invito” allo straordinario… fantasma in busta paga.
Non siamo nell’Inghilterra dei primi anni ‘800 ma, due secoli dopo, gli stessi problemi – parrebbe impossibile credere – sembrano ancora lì, sul tavolo, tutti da affrontare e da risolvere.
L’orario obbligatorio di straordinario gratuito (!), da quanto si è compreso, incombe ormai da tre lunghi anni sulle spalle, nelle tasche e nello spirito umiliato di otto donne osimane, dipendenti del settore rifiuti in capo ad Astea.
Costoro e solo costoro, suddivise in due turni, quattro e quattro, debbono farsi carico, ogni giorno, di rincasare alle 14.02, invece che alle 13.30, fine orario di lavoro come da tabella.


I lavoratori di Astea igiene urbana a rapporto dal Sindaco Pugnaloni

Non va meglio alle quattro lavoratrici Astea entranti di pomeriggio; in questo l’obbligo è addirittura preliminare all’inizio della stessa giornata di lavoro (orario fissato dalle 13.30 alle 20) e prevede l’ingresso in azienda alle ore 12.58!
Maschietti Astea, in forza del pisello, magicamente esentati dal servizio extra gratuito.

Giancarlo MENGONI, coordinatoe impianto rifiuti Astea

Ad innescare la notizia un provvidenziale quanto apparentemente innocuo ordine del giorno delle Liste civiche, presentato lunedì sera in Consiglio comunale in forma volutamente depotenziata da Latini e soci, per aggirare il pretestuoso ricorso del partito Democratico alla abusata sanatoria pregiudiziale.
In pratica Latini, facendo credere a Pugnaloni e compagni di voler discutere di generiche condizioni di lavoro dei dipendenti osimani (?) ha in realtà aperto la strada alle vessate lavoratrici Astea, tutte all’ascolto della discussione tramite diretta radiofonica.
Un autentico cavallo di Troia, camuffato ad arte, per introdurre la questione all’opinione pubblica attraverso un ordine del giorno il quale, seppur richiesto di modifica da parte della maggioranza, è alla fine passato con voto unanime.
come vedremo, per mandare in tilt le barricate del Partito Democratico sottoforma di questione pregiudiziale
Ad interessare le otto lavoratrici, ovviamente, non era l’approvazione o meno del generico documento, quanto rendersi conto, in vista delle elezioni prossime, a quale riferimento politico appoggiarsi per risolvere la questione.
Perchè stavolta le lavoratrici, dopo aver pazientato e subito per ben tre anni (!) “l’invito” perentorio di rimettere in ordine le macchine operatrici dei colleghi maschietti in vista di un altro turno di lavoro – e di fare questo extra orario e senza remunerazione – hanno deciso di passare al contrattacco presentandosi, forti proprio di questo scoop, all’attenzione dell’Ispettorato del Lavoro di Ancona, settore lavoro pubblico.
Quante sottoscriveranno, nero su bianco, le pesanti accuse contro Astea e la pesantissima denuncia, in particolare, contro il diktat dell’ex Presidente Astea, oggi coordinatore impianto Astea trattamento rifiuti Giancarlo Mengoni?
Stando a quanto abbiamo potuto raccogliere ascoltando direttamente alcune delle dirette interessante, a trovare coraggio e dignità di lavoratrici e di donne saranno almeno in sei. Diciamo un buon 75% delle otto dipendenti complessivamente utilizzate.
Tutte insieme lamentano un danno economico di circa 168 ore a testa all’anno, ovvero circa 500 ore per l’intero triennio di “trattamento” lamentato, pari per tutte le otto lavoratrici ad oltre 4.000 ore di lavoro straordinario (erogato ma non pagato) e valevole sul mercato a circa 50.000/60.000 euro risparmiati da Astea facendo leva, attraverso il coordinatore Mengoni (ieri irraggiungibile al telefono), sulla solita necessità di mantenere il posto di lavoro.


Il duro lavoro di verifica della raccolta differenziata

Per la cronaca l’orario di lavoro affisso all’interno dell’impianto di San Biagio prevede il doppio turno dalle 7 alle 13.30 e dalle 13.30 alle 20 (con aggiunta il sabato mattina di altre 5 ore e mezzo di lavoro) consentendo il raggiungimento di 38 ore settimanali…
Al normale orario, purtroppo, serve aggiungere tre ore settimanali straordinarie per un totale di 41 ore lavorate… pagate 38.
Nell’arco del turno di lavoro, inoltre, donne e uomini Astea usufruiscono di 8 minuti di cosiddetto “recupero manuale” dello sforzo fisico, pari a circa 40 minuti di riposo pretesi dal contratto.
Peccato che di fatto, contratto e orario finiscano spazzati via da 32 minuti di nuova schiavitù imposta con modalità che persino l’ordine del giorno – appena approvato con modifiche dal Pd – condanna!

 


 

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