RAGAZZO AGGREDITO, ARTUSA SCARTA OGNI MOTIVAZIONE
IL GIOVANE DI CAMPOCAVALLO NEGA IPOTESI RITORSIVE

RAGAZZO AGGREDITO, ARTUSA SCARTA OGNI MOTIVAZIONE IL GIOVANE DI CAMPOCAVALLO NEGA IPOTESI RITORSIVE

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“Sono certo che nessuno possa avercela con me”. Eppure le modalità seguite dagli aggressori appaiono tipiche dell’avvertimento

Nega qualsiasi motivazione Gianmarco Artusa, 22 anni, il giovane magazziniere aggredito martedì pomeriggio a Campocavallo. In pieno giorno e sotto casa.

Il ragazzo, a quanto pare, è il primo a meravigliarsi della vicenda non avendo conti in sospeso con nessuno e non avendo subito, in seguito all’aggressione, alcun tipo di furto.

Gianmarco ARTUSA, 22 anni, magazziniere

A dire del giovane osimano, residente da qualche mese a Campocavallo e con un lavoro nella vicina Castelfidardo, l’episodio consumatosi a suo danno una volta parcheggiata l’auto e sceso dalla macchina per entrare in casa, non ha alcun tipo di aggancio con la vita di un ragazzo normale, dedito al lavoro, alla famiglia e agli amici.

Nessuna lite da farsi perdonare o men che meno regolamento di conti per uno sgarro, un mancato pagamento, una parola fuori posto e via discorrendo.

Nella vita del giovane Gianmarco Artusa davvero parrebbe non esserci molto da poter abbinare a quello che, per modalità, è invece sembrato un tipico avvertimento per un qualcosa andato a male.

Anche perchè, escludendo l’ipotesi dello scambio di persona, possibile ma improbabile, i due tipi che martedì pomeriggio hanno atteso sotto casa il ritorno del magazziniere, è sembrato conoscessero molto bene orari, abitudini della vittima, oltre che le motivazioni dell’agguato.

A muovere la mani, a quanto pare, solo uno dei due uomini, quello che all’improvviso si è calato sul volto un cappuccio e si è fatto davanti al ragazzo – fisico robusto, alto circa 1.85 – sferrandogli un colpo al naso che ha distrutto gli occhiali di Artusa, mandandolo a terra.

L’altro uomo, secondo la ricostruzione resa alla Polizia dalla vittima, non ha preso parte attiva alla spedizione limitandosi a fare da “palo” contro il possibile intervento di terzi.

La zona dove martedì pomeriggio è avvenuta l’aggressione

Non dimentichiamo, infatti, che a rendere grave l’episodio non è tanto i due pugni e calci ricevuti, al momento senza motivo, da Gianmarco Artusa quanto il senso di sfida al buon vivere quotidiano a cui l’episodio rimanda. 

L’agguato si è consumato in pieno giorno, in un quartiere tranquillo e senza precedenti come Campocavallo ed ha soprattutto consentito ad uno degli aggressori il lusso di poter indossare, sia pur per pochi secondi, un copricapo atto a travisare l’identità.

Pochi secondi comunque sufficienti, una volta caduto a terra, per riempire il malcapitato di pugni e calci, con il ragazzo incapace di abbozzare qualsiasi reazione.

E’ probabile, infine, che i due, prima di allontanarsi velocemente e far perdere le proprie tracce, abbiano sussurrato all’orecchio del magazziniere il perchè di quanto messo in atto, motivazione negata da Artusa in sede di formalizzazione di denuncia.

Ad accorgersi troppo tardi dell’intercorso scambio di vedute, è toccato alla mamma di Gianmarco, affacciatasi alla porta di casa una volta udite le grida del figlio.

Troppo tardi per inquadrare visivamente i due malviventi, così come, sembra, nessun contributo alle indagini riuscirà a darlo le telecamere, pure presenti in zona ma non inquadranti la scena dell’agguato.

Così come nel caso del ladruncolo seriale abruzzese arrestato lunedì, gli investigatori sperano in maggior fortuna individuando, magari, l’auto servita alla coppia per raggiungere e allontanarsi dal luogo. O magari in qualche ricordo lontano che dovesse tornare alla memoria della vittima.

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