MOLISE, LA PERDUTA VERGINITÀ
COSTA AI GRILLINI 658 VOTI AL GIORNO!

MOLISE, LA PERDUTA VERGINITÀ COSTA AI GRILLINI 658 VOTI AL GIORNO!

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MOLISE, LA PERDUTA VERGINITÀ
COSTA AI GRILLINI 658 VOTI AL GIORNO!

Sorpresissima nelle urne: la Destra e le Civiche vincono nella regione ordinaria più piccola d’Italia

Dunque la perduta verginità è costata al movimento 5 Stelle ben 32.207 consensi! In appena 49 giorni dal voto del 4 marzo il popolo dei duri e puri che avevano individuato nei pentastellati la risposta al proprio mal di vivere, si sono dovuti ricredere decrescendo dal 44.80% delle Politiche all’odierno 38.50%. Con fortissima astensione dal voto.

Per fare politica, come per fare qualsiasi cosa in questo mondo, occorre sporcarsi le mani; l’aver per anni illuso una parte, numericamente sempre più cospicua, di italiani posti ai margini della vita sociale, ha prima creato consenso a macchio d’olio e infine lasciato il nulla, come dopo una passata di un buon detergente.

In fin dei conti è giusto che a punire tanto populismo, sparso a piene mani dai grillini, sia l’esatto contrappasso: chi di incarognimento della politica vive, dei propri eccessi vedrà la fine.

Il voto del Molise, proiettato su Roma e quindi su Osimo, dovrebbe doppiamente insegnare. In salsa nazionale dovrebbe indurre i 222 Onorevoli (di cui circa 150 di prima nomina) a farsi furbi e prendere le distanze, fin quando avranno tempo, dalla folle politica dei propri vertici; autoconvinti di avere i numeri per fare da soli, Di Maio e soci hanno da tempo scambiato il fatto di essere primo partito… salvo meravigliarsi di non essere anche la prima forza politica!

Tutto questo, ovvero ostinarsi a voler recitare un ruolo di primo piano, quando il film scritto dagli italiani prevede, al massimo, un ruolo di co-protagonista, dovrebbe indurre quanti più “saggi” possibili a farsi un ragionamento con due conti a conforto.

Rinuncereste voi a cinque anni consecutivi di vacanze romane, ottimamente retribuite, con l’opportunità oltretutto, essendo giovani, di intraprendere una carriera politica in altri lidi più confortevoli… solo per seguire nel baratro il no intransigente di Di Maio?

La risposta ipotizzata, valida per qualche decina abbondante di peones, è no.

“Il seggio, non so come – interpretiamo il libero pensiero dei prossimi scheda bianca – me lo sono conquistato… e ora, senza neanche aver avuto il tempo di metterci i piedi dentro, non ci rinuncio davvero!

In cambio di cosa? Di un’altra campagna elettorale dove, magari, il “miracolo” non riesce più… e si resta a casa?”.

Questo pensiero – proprio nella vita di chi è saggio, ovvero può a ragione essere definito giudizioso, sensato, equilibrato, assennato e persino sapiente ed oculato – dovrebbe indurre più di qualcuno a fermarsi prima del baratro in cui il pifferaio Di Maio sembra voler far sfracellare l’idea di rivoluzione grillina di fronte all’impossibilità, data dai freddi numeri, di fare da se.

In chiave osimana, invece, l’inaspettatissimo dato molisano, conforta non poco la città dallo spavento di essere ri-governata per altri cinque anni, a parti inverse, dall’accoppiata grillini-Pugnaloni!

Alzi la mano colui che aveva pronosticato il fiasco dei 5 Stelle dopo 49 giorni di super campagna elettorale e un voto locale di partenza pari al 44.80%? Ovviamente nessuno avrebbe potuto neanche immaginare che il piccolo Molise, pari alla circoscrizione del Senato di Osimo, si trasformasse da vittima sacrificale a ripartenza della politica.

In particolare il voto il voto molisano ha confermato che in chiave locale il peso della persona, del candidato giusto, delle idee promosse dalla base e fatte proprie dal vertice, ha ancora un peso più che decisivo.

In vista del 2019, quando gli Osimani saranno chiamati a ritornare dal mare e completare il voto lasciato a metà nel 2014, il responso di Campobasso rallegra i cuori.


 

EPURAZIONI IN COMUNE AI DANNI LAVORATORI
FALCIATE DALLA SINISTRA LE PRIME 9 TESTE!
GLI INTRECCI DI CARRIERA DI GENGA
SALVANO, PER ORA, IL SERVIZIO ANALISI

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