LETTERA APERTA A GIANNI GENGA
(Mister Inrca)

LETTERA APERTA A GIANNI GENGA (Mister Inrca)

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LETTERA APERTA A GIANNI GENGA
(Mister Inrca)

Caro Gianni Genga,

Gianni Genga, INRCA

destiniamo a lei questa lettera aperta nella speranza possa servire a ristabilire, a ciascuna Istituzione, il proprio ruolo.

Da amministratore dell’Inrca e soprattutto da non osimano è legittimato a non sapere che tra poco decine di settimane – appena tre o quattro esclusi gli stop estivi, natalizi e l’ultimo trimestre dedicato alla normale amministrazione e ai tagli di nastro – la nostra città sarà interessata dal momento democratico più sentito, ovvero l’elezione del nuovo Sindaco.

La campagna elettorale, pur non essendo ancora entrata nella discutibile fase della par condicio, galoppa veloce da giusto quattro anni e vorrebbe giungere al traguardo inquinata il meno possibile da suggerimenti pubblicitari, subliminali o espliciti, a cui la sua amministrazione, proiettata su Osimo, si presta qualvolta con disinvoltura.

Non intendiamo ripercorrere le triste fasi che Le hanno consentito, come Direttore amministrativo Inrca, di “ereditare” l’intera sanità ospedaliera osimana… in quanto consapevole di essere, ciascuno, portatori di convinzioni opposte, l’una e l’altra inamovibili. E ci auguriamo anche serene.

Prendendo dolorosamente atto che Inrca rappresenta ad Osimo presente e futuro del poco che resta in città a livello di sanità ospedaliera, siamo a chiedere, almeno fino al 26 maggio 2019, giorno di elezioni, di valutare l’opportunità di indire le prossime conferenze stampa, specie se prettamente tecniche, sullo stile dell’ultimissima di mercoledì, in casa propria, ovvero presso l’Inrca.

Anche la sede dei SS.Benvenuto e Rocco, in ultima analisi, può essere bene accettata e non costituire motivo di turbamento politico; lasciare oltre che a guidare le news ospedaliere sia invece una Amministrazione comunale interessata a reclamizzare la bontà del supporto morale e oggettivo offerto ad Inrca fin dalle delicate fasi del trapasso dalla sanità ospedaliera pubblica, intesa targata Asur, significherebbe in qualche modo far passare il messaggio chiaro Pugnaloni=Inrca o Inrca=Pugnaloni, scelga lei.

Un segnale di fumo, quello della sanità, di cui il nostro Sindaco si è da tempo impossessato ad arte; ci auguriamo senza complicità.

Ce lo vede lei Ceriscioli scavalcato da un qualunque Sindaco, ad Ancona o dove gradisce meglio, annunciante l’apertura (le chiusure, in genere passano sotto silenzio) o l’implimentazione di questo o quel servizio?

Ecco un pò di normalità, dopo un anno di effetti speciali, sarebbe gradita. Non che gli osimani, con ciò possano sentirsi risarciti del danno subito. Chi ha avuto… ha avuto. Indietro sarà impossibile ritornare.

Almeno si eviti alla gran parte dei cittadini che si sentono come noi umiliati e presi in giro da questa politica, di rimuginare a vuoto il coltello nella piaga annunciando mirabilie ogni volta maggiori.

Solo voglia di normalità. Come, ad esempio, evitare di acconsentire affinchè i propri Primari discutano a cena – ospiti dell’Assessore Bernardini a casa propria, giovedì prossimo – per fare il punto del trapasso in Inrca.

O forse vista l’obbligatorietà a presenziare all’ultimo incontro in Comune, fatta pervenire ai Primari più riottosi, prevedeva la contropartita di una cena ricompensatrice del disturbo?

Che ognuno provi normalmente a fare il compito per il quale è stato scelto e per il quale viene pagato – questo l’auspicio di fondo di questa lettera aperta – lasciando alla politica, se ne è capace, l’onere di dimostrare la bontà delle proprie decisioni, assunte o subite.


 

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