SE DI NORMA È INGIUSTO REVOCARE UNA LIBERA DONAZIONE,
PERCHÉ LA FRETTA DI PUGNALONI A RESTITUIRE I SOLDI?

SE DI NORMA È INGIUSTO REVOCARE UNA LIBERA DONAZIONE, PERCHÉ LA FRETTA DI PUGNALONI A RESTITUIRE I SOLDI?

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SE DI NORMA È INGIUSTO REVOCARE UNA LIBERA DONAZIONE,
PERCHÉ LA FRETTA DI PUGNALONI A RESTITUIRE I SOLDI?

A maggioranza la città ritiene che il Sindaco abbia commesso un errore a toccare il denaro di Samuel!


Ha fatto bene il Sindaco Pugnaloni a restituire la donazione richiesta indietro?

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Ha fatto bene o ha fatto male, il Sindaco Pugnaloni, a sottrarre a Samuel, appena 9 anni da compiere, tragicamente orfano di entrambi i genitori, la somma a lui destinata di 360 euro?

All’interrogativo, degno di sondaggio di cittadino, da oggi gli osimani potranno rispondere col proprio si o con un no, evitando per una volta di opzionare un troppo comodo non so.

Detto che OSIMO OGGI voterà senza tentennamenti per il NO e che al tempo stesso, senza che possa sembrare in contraddizione, inviterà i donatori osimani a seguire l’esempio della signora Lorena Cittadini di Portorecanati a farsi restituire, anch’essi, quanto liberamente donato nel lontano inverno 2017, facciamo un passo indietro.

Occorre lasciar spazio al racconto della protagonista, non volente e suo malgrado, della vicenda; una ricostruzione talmente surreale da confermare la certezza, di sempre più numerosi cittadini, di essere governati da una band dedita più a spettacoli all’impronta che ad una sana programmazione frutto di decisioni e scelte.

“Non sono osimana – spiega la donante Lorena Cittadini, oltretutto per una cifra di tutto rispetto pro Samuel – e quindi non ho avuto modo di seguire, nel tempo, tutti i vari passaggi che la donazione ha attraversato a livello burocratico.

Insomma mi sono fidata. Dopo aver fatto il versamento, come circa altre 600 persone, non me ne sono più particolarmente interessata.

Tralasciando le motivazioni personali che, a caldo, mi avevano convinto di far bene a donare questa somma per il futuro di Samuel, vengo a sapere dopo un pò, attraverso stampa e televisione, che questi soldi, per un totale significativo di circa 140.000,00 euro, mi pare, anzichè confluire nella disponibilità di Samuel attraverso la propria nuova famiglia affidataria e/o il tutore, erano ancora dove li avevo versati, ad Osimo!

Esattamente come per le donazioni per il terremoto o qualsiasi altra disgrazia italiana dove la solidarietà, richiesta per una giusta causa, finisce troppo spesso, nel migliore dei casi, dimenticata… lontano da chi necessiterebbe di quel sostegno.

Vengo a sapere, stando alla stampa, che Samuel, per fortuna, non ha bisogno di nulla, se non di amore; leggo che il tutore, lo zio del papà, conferma di non avere fretta ad incassare le donazioni… e allora inizio a farmi delle domande. Senza risposte oggettive.

Penso ciò che pensano tutti… siamo in Italia e la burocrazia ha regole più forti del cuore. Insomma, pur delusa per il tempo perso, ritengo quel mio piccolo gesto e quello di tutti gli altri, ancora un bel gesto.

Un puro passaggio contabile mi riporta alla realtà. Chiedo una, due, tre volte al Comune di Osimo un banale riscontro del versamento, da allegare a fini fiscali a mò di detrazione redditi, per la donazione effettuata nel 2017.

Chiedo correttamente la documentazione altre due o tre volte, attraverso mail, senza però ottenere alcun riscontro… anzi proprio nessuna risposta!

Solo all’ennesimo tentativo, in cui faccio presente di essermi rotta le scatole e di richiedere indietro non più ricevuta ma l’effettiva intera somma donata, minacciando di passare il tutto dal mio commercialista al mio avvocato – ha chiarito la signora Cittadini – il Comune di Osimo si è degnato di rispondere per mano del Sindaco.

“Prendo atto delle sue ripetute richieste – così ha riassunto la donante sul conto di Pugnaloni – e le assicuro che a breve emaneremo un documento atto a sostenere il rimborso di quanto versato pro Samuel. Stia tranquilla che risolveremo tutto in pochi giorni ma nel frattempo stia tranquilla e non faccia scherzi, soprattutto con la stampa…”.

E così ho fatto. Non riesco a capire, ad esempio, come il mio nome sia improvvisamente diventato pubblico… ma pazienza.
Ora, una volta ottenuti indietro i soldi, sarà mia cura donarli personalmente al tutore indicato dal Tribunale di Ancona o – meglio ancora – alla famiglia affidataria di Samuel.

Se debbo dirla tutta, non credo che parteciperò più a raccolte fondi… da chiunque organizzate”.

Fin qui la signora Lorena Cittadini di Portorecanati che, con la sua giustificata e comprensibile richiesta, ha comunque messo in moto l’ennesimo polverone politico sulla legittimità dell’operato di Pugnaloni dal punto di vista di legale.

Crediamo che il nostro particolarissimo Sindaco, sempre più orientato ad agire senza pesare troppo le conseguenze da sopportare, anche stavolta abbia agito di testa propria astenendosi dal valutare qualsiasi parere legale sul da farsi.

La paura di ulteriore cattiva stampa, così come confessato alla signora Pugnaloni, ha indotto il Sindaco ad accettare la richiesta della donante portorecanatese e restituire l’intera somma.

Così facendo, se da un lato Pugnaloni si libera di una grana che sarebbe potuta costare ben più dei 360 euro oggetto di richiesta, dall’altro il Sindaco si espone al giusto interrogativo degli osimani: ha fatto bene Pugnaloni a “toccare” soldi non suoi, anzi per la cui raccolta si era speso in prima persona, per venire incontro al cambiamento di idea di una donante?

Il tempo trascorso, da quanto risulta a giudici e avvocati civilisti, non costituisce pregiudiziale valida per richiedere indietro quanto liberamente donato.

E allora? Ne consegue che Pugnaloni ha sbagliato a rifondere la signora Cittadini, procurando un danno, di 360 euro, al futuro di Samuel.

In generale, ci conferma anche uno studente ai primi esami, non è possibile revocare i beni donati ad altri; la legge considera “ingiusto” chiedere indietro ciò che è stato ceduto a titolo di liberalità.

Tuttavia esistono delle ipotesi specifiche in cui, a seguito del comportamento scorretto del donatario o del verificarsi di circostanze sconosciute al donante, è possibile avanzare richiesta di restituzione di quanto regalato.

Più precisamente la revoca della donazione è ammessa solo in due distinti casi:
a) ingratitudine del donatario (Samuel, NdR.);
b) sopravvenienza di figli del donante (in questo caso della signora Cittadini.

Nessuna delle ipotesi risulta ricorrere nella vicenda. Ergo all’appello mancano 360 euro tondi tondi: i 137.527 euro per effetto della cura dimagrante diventano 137.167

Sperando che i 599 donanti rimasti, conosciuta la strada per rientrare della somma e la non opposizione di Pugnaloni alla restituzione, non imbocchino lo stesso identico percorso portorecanatese.

Essendo la vicenda, dal suo triste nascere, tutto un susseguo di colpi di scena, pare difficile escludere un lieto fine, troppo banale e scontato.

Cosa accadrà ancora?


 

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