GINNETTI ABBASSA LA CRESTA E MEDITA IL RITIRO?
IN OGNI CASO PRONTI 800 VOTI PER PUGNALONI!

GINNETTI ABBASSA LA CRESTA E MEDITA IL RITIRO? IN OGNI CASO PRONTI 800 VOTI PER PUGNALONI!

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In cambio chiesta la poltrona di vice Sindaco già nelle mire del duo Pellegrini e Andreoni


Quattro candidati a Sindaco (Latini, Pugnaloni, Alessandrini e Monticelli), una ancora nel Paese delle Meraviglie a sfogliare la margherita (“mi candido” o “non mi candido”? E se mi candido poi chi mi vota? E se invece non mi candido che faccio con tutto il giorno con Giovanni?) e un sesto – Achille Ginnetti – ufficialmente in ballo non come Sindaco designato ma come vice Sindaco di Pugnaloni!
Fedele alla poltrona come insegna la sua storia politica – un curriculum di circa 20 anni di cui 19 trascorsi in maggioranza e uno solo, l’ultimo, vissuto in attesa, tra la sentenza del Tar e quella del Consiglio di Stato – Achille Ginnetti dunque rinuncia ad ogni velleità di primo Sindaco non osimano della città per ripiegare sulla comunque comoda poltrona di vice Sindaco pugnaloniano.



Non sarà troppo d’accordo l’ex enfant prodige della Sinistra Mauro Pellegrini, eterna promessa mai sbocciata nel vivaio piddino, ma l’ex piffero della banda cittadina pare davvero e da tempo politicamente in un angolo, incapace di reagire.
Il partito o meglio – visto il numero degli iscritti partecipanti – il condominio Pd, domenica alle urne per le primarie sul nuovo segretario nazionale, appare ugualmente impossibilitato ad una reazione degna di questo nome, confidando tutto sull’intervento a difesa di Paola Andreoni.
La strana coppia Andreoni-Pellegrini, titolare grazie al voto di genere, delle maggior preferenze 2014 Pd, rispettivamente 533 e 254, proverà a far entrare nella capoccia pugnaloniana che l’affaire Ginnetti rischia di rivelarsi un clamoroso autogol, visto che i voti che l’ex civico potrà portare all’apparentamento eventuale, rischiano di essere meno di quelli esclusi dall’accordo.


Mauro PELLEGRINI, vice Sindaco

Da parte nostra, ma questo al momento è ancora soltanto una sensazione personale di chi conosce la politica osimana in ogni più inconfessabile segreto, resta la sensazione che Achille Ginnetti, dopo essersi fatto un anno e oltre di campagna elettorale come può fare un uomo solo, cioè spostando i propri uomini da una riunione all’altra, alla fine rinuncerà a presentarsi consapevole di perdere soldi, tempo, faccia e anche un poco di buona reputazione guadagnata con anni di sacrificio.
Dirà: “Grazie a tutti per avermi sostenuto e creduto alla proposta di una nuova Osimo possibile ma purtroppo il messaggio non è mai decollato nella coscienza degli osimani; non mi ritiro dalla politica ma sarò a disposizione di quanti vorranno valutare in serenità un consiglio, una valutazione, un percorso frutto della mia esperienza modo di vivere la nostra amata Osimo”.



Affinchè questa presa tardiva di coscienza possa maturare e alla fine avvenga occorrerà, in queste ultime settimane, registrare il massimo impegno di Andreoni-Pellegrini nel diffidare formalmente Pugnaloni dallo stringere apparentamenti anzitempo.
Nella battaglia all’ultimo mezzo voto combattuta in casa Pd (da sottolineare una volta di più il cambiamento di casacca di Monica Santoni, 74 preferenze che valgono 148, Presidente Geos sport in uscita e soprattutto la perdita del duo Romeo Antonelli-Stefano Gatto valevoli almeno altri 400 voti, ovvero 800 nella realtà matematica) pongono ogni minimo ulteriore cambiamento decisivo per le sorti finali.
Da qui la necessità per Ginnetti di accontentarsi meno della teorica poltrona di vice Sindaco (difesa dal duo Andreoni-Pellegrini) per ripiegare – teoria per teoria – in qualche discorso regionale 2020.
Altra battaglia le cui sorti decisive si combatteranno in riva al Musone, fiume sacro delle liste civiche osimane e marchigiane.


 

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