IN LIBERTÀ GABBANELLI, PATTEGGIA A 16 MESI
CUSTODIVA QUASI 2 ETTI DI HASHISH NELL’ARMADIO

IN LIBERTÀ GABBANELLI, PATTEGGIA A 16 MESI CUSTODIVA QUASI 2 ETTI DI HASHISH NELL’ARMADIO

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Incensurato, l’artigiano si è avvalso della sospensione della pena dopo poche ore di arresti domiciliari


Ha preferito patteggiare a 16 mesi di reclusione e riacquistare la libertà (pena sospesa) l’artigiano 28enne di Castelfidardo, arrestato giovedì dai Carabinieri di Osimo per il possesso di quasi 2 etti di hashish.
Riccardo Gabbanelli, senza precedenti specifici a proprio carico prima della soffiata ai Carabinieri della settimana scorsa, era attenzionato dalle forze dell’Ordine che da tempo attendevano riscontro alle indagini aperte a carico del giovane fidardense.


Riccardo GABBANELLI patteggia 16 mesi

Incensurato, quindi, ma nominativo noto agli addetti ai lavori che nel blitz costate le manette al Gabbanelli speravano, effettivamente, di incastrare anche altri insospettati personaggi fidardensi ancora vergini.
Non a caso, da Pesaro, i Carabinieri osimani avevano richiesto il supporto del cane antidroga Anita, uno splendido cane lupo che nel caso di Gabbanelli ha brillantemente risolto il caso in pochi minuti, rinvenendo droga e armamentario riposti in un armadio di casa; il super lavoro per Anita non ha però portato ad altri frutti, per cui il raid, pur positivo, dovrà gioco forza essere riproposto ad acque più tranquille.



A proposito di tranquillità, la ricezione tardiva del comunicato della Compagnia provinciale Carabinieri ci ha indotto ad un banale equivoco, lamentato dall’avvocato Fabio Freddi per conto di Riccardo Gabbanelli.
Abbiamo scritto nell’articolo di venerdì della detenzione del ragazzo a Montacuto quando, in realtà, la detenzione – in tutto appena qualche ora – è stata scontata presso l’abitazione, come ormai consolidata pressi della magistratura anconetana.
E’ evidente che nulla cambia nella vicenda se non ai fini di una rettifica richiesta dal legale e pienamente accordata nell’interesse dei lettori.
Così come abbiamo fatto presente all’avvocato Freddi il significato del termine giornalistico “conosciuto”, in ordine alla banca dati delle forze dell’Ordine.
Il fatto di essere incensurati, come nel caso di Riccardo Gabbanelli fino all’altro ieri, non equivale al fatto e quindi non significa essere anche sconosciuti agli operatori delle forze dell’Ordine; la riprova, mai servisse, sta proprio nella perquisizione domiciliare effettuata a carico dell’incensurato signor Riccardo Gabbanelli, conclusasi con esito positivo.
Da ultimo il legale, avendo ricevuto mandato dall’artigiano della fisarmonica di tutela delle ritenute ragioni, ci diffida circa l’utilizzo dell’immagine propria che accompagna le notizie di cronaca.
Facciamo notare, come da consolidata casistica al riguardo, che appaiono di tutta evidenza i disvalori delle sorti in causa, ovvero le superiori ragioni di cronaca, riferito all’interesse sociale della notizia (con l’aggravante di essere portata a segno in un territorio massacrato dalla droga) piuttosto che la mera difesa di non si comprende bene quale privacy, interesse del tutto personale.


 

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