FONTE MAGNA DETURPATA, STOP AL FALSO BUONISMO
L’IMBRATTAMENTO DI SITI STORICI PERSEGUITO D’UFFICIO

FONTE MAGNA DETURPATA, STOP AL FALSO BUONISMO L’IMBRATTAMENTO DI SITI STORICI PERSEGUITO D’UFFICIO

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FONTE MAGNA DETURPATA, STOP AL FALSO BUONISMO
L’IMBRATTAMENTO DI SITI STORICI PERSEGUITO D’UFFICIO

L’articolo 639 del Codice penale costringe Pugnaloni a fare i nomi dei 6 bamboccioni auto denunciatisi!


Fonte Magna imbrattata, scatta la denuncia penale. Il pubblico invito della consigliera Mariani a non accontentarsi delle scuse ma punire, anche, i sei minorenni di buona e ottima famiglia responsabili del deturpamento di Fonte Magna, ci ha portato a consultare il Codice penale e scoprire quanto già immaginavamo: l’articolo 639, nonostante la recente depenalizzazione alla voce “danneggiamento” (si pensi ai graffitari che approfittano di ogni spazio utile per lasciare la più indelebile possibile impronta del proprio passaggio), non solo continua a punire i responsabili dell’imbrattamento ma ovviamente aumenta la pena – da tre mesi a un anno di reclusione, oltre ad una multa da 1.000 a 3.000 euro – se dell’azione vandalica viene fatto oggetto un’opera di interesse storico quale è indubbiamente Fonte Magna.


Nella foto com’era Fonte Magna prima dell’attacco con lo spray dei sei vandali

Ma non è ancora finita. Non basta ancora. Il reato di deturpare manufatti di interesse storico o artistico – ha spiegato di recente la Corte Costituzionale con la sentenza 102/2018 – è perseguito d’ufficio dalla Legge senza attendere querela di parte.

Altro che il perdono dei sei ragazzi manifestato dal Sindaco Pugnaloni attraverso un finto buonismo elettorale! Se tanto porta a tanto, nelle prossime ore il Sindaco dovrebbe essere invitato, essendo a conoscenza certa dell’identità di tutti i sei responsabili, a denunciare quanto accaduto in Comune lunedì mattina, oltre che attivare la macchina legale pubblica a costituirsi parte civile per la rifusione del danno.

Altro che il perdono generale passato attraverso qualche augurabile ceffone dei genitori e la promessa di riportare Fonte Magna allo stato pre imbrattamento.

Anche perchè, da quanto risulta, l’operazione di ripristino, non tanto sui manufatti appena posizionati dall’Amministrazione (di nessun valore storico o artistico) ma arrecati alla Fonte stessa ed anche al tronco dell’importante sequoia che fa da controcanto all’abbeveratoio che fu dei cavalli di Pompeo Magno, necessitano dell’opera di mani esperte, consapevoli di cosa stanno trattando e soprattutto come farlo.

Insomma non si tratta di risparmiare olio di gomiti ai ragazzi ma piuttosto di non peggiorare ulteriormente un sito millenario, di per se fragile di natura dall’alto dei suoi 22 secoli di storia, che affidato agli stessi danneggiatori rischia davvero di ottenere dalla cura altre offese anzichè procedere verso il meglio!

Fin qui la aspra, dura, ineluttabile realtà delle cose.

Quale conseguenza di questa nuova prospettiva dei fatti, ecco annullarsi anzi rovesciarsi il plauso generale di quanti, incautamente, avevano fatto presto ad inneggiare – sulla pagina Fb di Pugnaloni – a questo nuovo modo, simil Sindaco-sceriffo, di governare la città.
Per fortuna, oltre ad un nuovo Sindaco in arrivo, c’è pur sempre una legge in grado di dirimere i nodi della civile convivenza; legge che in ogni caso terrà certamente conto del gesto di buona volontà espresso dai sei vandali di presentarsi, per quanto indotti dai genitori, davanti a Pugnaloni qualificandosi come responsabili del raid.

Un gesto più o meno spontaneo, valorizzato dall’assenza in zona di telecamere, che in sede di processo quasi certamente dovrebbe incidere quanto l’aggravante di aver imbrattato un reperto storico, riportando il rischio di pena entro i confini edittali della reclusione da 1 a 6 mesi e la multa da 300 a 1.000 euro.

Se poi è vero, come è vero, che trattandosi pur sempre di un reato minore (e non solo perche commesso da minorenni) un buon avvocato potrà richiedere e ottenere dal giudice l’archiviazione del reato per “tenuità del fatto”… restano pur sempre da considerare altre questioni legali.

A cominciare dal profilo risarcitorio, di carattere civile, per ottenere agli osimani l’indennizzo del danno patito dalla città. Il Comune di Osimo dovrebbe/potrebbe effettivamente costituirsi al riguardo parte civile nel processo penale futuro, con quanto dovrebbe conseguire.

Di più. Ballano ancora le spese legali sotto forma di avvocati da pagare, oltre ad inevitabili spese processuali, quasi sempre non di poco conto. Oltre al fatto della macchia inevitabile sul casellario giudiziario di ciascun protagonista.

Valeva la pena – questo il vero insegnamento da meditare nelle scuole osimane – smuovere e farsi venire addosso una intera montagna di critiche, reazioni e provvedimenti per quattro stupidi uccelli disegnati sul marmo?


 

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