FANTOCCIO MINATORIO, SI STRINGE IL CERCHIO SUGLI AUTORI
UN PAIO DI PISTE CALDE FANNO BEN SPERARE NEL LIETO FINE

FANTOCCIO MINATORIO, SI STRINGE IL CERCHIO SUGLI AUTORI UN PAIO DI PISTE CALDE FANNO BEN SPERARE NEL LIETO FINE

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FANTOCCIO MINATORIO, SI STRINGE IL CERCHIO SUGLI AUTORI
UN PAIO DI PISTE CALDE FANNO BEN SPERARE NEL LIETO FINE

Un testimone starebbe indirizzando la Polizia sulla scia dei possibili autori. Attese novità a breve


Spaventapasseri minatorio: in mano alla Polizia, competente per le indagini sul fantoccio fatto ritrovare sabato scorso, almeno due possibili piste, segno che il lavoro intrapreso dagli agenti sta delimitando di molto il campo delle possibili ipotesi.
Scartato il gesto quale frutto dell’ennesimo branco di minorenni alla caccia di audience (imitatori di Fonte Magna per intenderci), l’attenzione degli investigatori si sta concentrando sue possibili episodi e/o oggetti che, maggiormente, sembrano voler parlare di una qualche verità nascosta.
La prima ipotesi verte sul possibile e/o quantomeno eventuale significato che i “minatori” volevano attribuire al gesto scegliendo non una maglia a caso ma la maglietta nero-verde fatta indossare al pupazzo imbottito.



Proprio i colori (nero-verde come i colori di Venezia, città del patrono San Marco) parlano di una società sportiva di calcetto, presieduta ed amministrata da Simone Pugnaloni fin dal settembre 2003; trattasi dell’associazione sportiva dilettantistica “I leoni di San Marco/San Sabino”, società senza scopo di lucro, affiliata al centro Sportivo italiano e riconosciuta dal Coni.
Altri particolari riguardanti la maglietta, al momento, non sono scappati di bocca agli uomini del vice Questore Todaro, se non che la stessa, come già riportato, è stata prodotta a Battipaglia (Salerno) da un’impresa di abbigliamento sportivo con sede a Frosinone.
La seconda pista calda seguita in Commissariato prende in esame il mare magnum dei dissapori, maturati in tema di promesse, mancato o cessato lavoro; storie note e meno note alla cronaca, fino ai rapporti in apparenza privi di motivazione e a prima vista senza particolari ombre.
Al riguardo almeno un paio di accesi confronti, personalmente o per interposta persona, si sono effettivamente consumati, tra Comune e Astea, tra la macchina comunale e le varie forze lavoro collaboranti con la macchina amministrativa.
Il difficile, semmai, sarà ricostruire ogni singolo episodio, sentire le persone, prendere atto di motivazioni reali o presunte e confrontare il tutto sia con il diretto interessato che, soprattutto, con un paio di testimoni, già sentiti dagli inquirenti come persone informate sui fatti.
La circostanza nuova, non ancora balzata agli onori della cronaca, è che dietro finestre e tapparelle, nascosto alla vista di colui ha depositato lo spaventapasseri agghindato con il cartello contenente la richiesta, ci sia stato almeno un osimano, testimone del deposito sulla scarpata del fantoccio.
Una testimonianza vaga, casuale, a prima vista senza particolare interesse per essere memorizzata, che potrebbe invece aver costituito il la decisivo per indirizzare e delimitare il campo delle indagini.
Al riguardo in Commissariato le bocche sono tutte più che cucite, unite nell’intento di non dare vantaggi all’autore e di consentire agli agenti di continuare a lavorare con il favore del possibile elemento sorpresa.
Il trascorrere del tempo, come in tutte le indagini (già quattro giorni) lavora invece alle spalle dei misteriosi autori del riprovevole gesto… autori che in questo momento, però, rispetto a sabato, appaiono nella convinzione degli investigatori assai meno misteriosi.
L’onere della prova, infine, delinea sin d’ora lo spartiacque tra indagini accurate e fortunate o solamente come un tentativo di venirne a capo, senza però stringere la preda in un angolo.
Nelle prossime ore, in un verso o nell’altro, sono attese mosse decisive.


 

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