“CONTROLLO ALLA DIFFERENZIATA, APRA PURE…”
COSI’ GLI ANZIANI SPALANCANO CASA AGLI ZINGARI!

“CONTROLLO ALLA DIFFERENZIATA, APRA PURE…” COSI’ GLI ANZIANI SPALANCANO CASA AGLI ZINGARI!

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I Carabinieri di Osimo arrestano a Teramo tre donne e il palo. Accusati di 20 furti: bottino da 200.000 euro


A pagarne le conseguenze sono stati una ventina di anziani, tra Romagna, Marche, Abruzzo e Lazio, derubati in casa di monili in oro, contanti e oggetti di valore; ad ammanettarli, purtroppo solo momentaneamente, è invece toccato ai Carabinieri della Compagnia di Osimo nel cui territorio la banda rom abruzzese sgominata, ha avuto la cattiva idea di tentare un paio di colpi, a Numana (riuscito) e ad Osimo (fallito).
Da maggio ad agosto le zingare – un uomo e ben tre donne, tra cui madre e figlia – si erano date da fare sfruttando un copione ormai mandato a memoria e fondato, questa volta, sui possibili controlli attorno al corretto conferimento dei rifiuti.
Con la scusa di essere incaricata di verificare la bontà della raccolta differenziata, toccava in genere alla più giovane del gruppo, Daiana Guarnieri (28 anni), attaccare bottone con l’anziano individuato come possibile preda.
Due, fondamentalmente, le tattiche utilizzate, entrambe vincenti e decise al momento, secondo fiuto ed esperienza. Vincente si è confermata la tecnica di cercare di entrare in confidenza con la vittima (in questo caso preferibilmente maschile) fino a guadagnarne la fiducia; diversamente, in caso di preda femminile, l’approccio poteva essere del tutto diverso con la giovane zingara a richiedere d’imperio l’accesso in casa per una doverosa verifica. Pena salate multe.


Le località interessate dalle _verifiche_ della banda Rom

In un caso o nell’altro Daiana Guarnieri, mettendo a frutto le proprie arti, è riuscita nell’intento principale di farsi aprire le porte dell’abitazione ed entrare in casa; una volta all’interno per la Guarnieri era davvero un giochino turlupinare il malcapitato/a chiedendo l’apertura di finestre o riuscendo a socchiudere porte o comunque varchi utili per far penetrare in casa le altre due donne, ovvero la madre Marilena Di Giorgio, 51 anni e tale Clelia Spinelli, 40 anni.
A governare il tutto dalla strada, con funzioni di “palo”, l’unico uomo della banda Sebastian Ariel Lencina, 34 anni, deputato alla sicurezza delle tre donne affinchè “l’operazione” non fosse disturbata da eventi imprevisti, raramente verificatisi.
In effetti, una volta che la Guarnieri fosse riuscita a guadagnare l’ingresso dell’appartamento, per il padrone di casa, uomo o donna che potessero essere stati, non c’erano davvero molte chances.
Immaginate voi due zingare in casa, libere di girare per l’appartamento, aprire cassetti, rovistare armadi e nascondere dentro gli ampi tasconi interni della gonna quanto di prezioso riescono ad arraffare… il tutto mentre voi siete a disquisire con l’altra zingara se la plastica la posso buttare con il cartone e dove invece conferire il vetro…
Roba da perderci la testa o quantomeno la stima per se stessi… tanto che per i Carabinieri il lavoro più difficile non è stato tanto risalire alla banda della “raccolta differenziata” quanto convincere i poveri depredati a sporgere denuncia con tutti i particolari del caso, utili alle indagini.
Più d’uno, resosi conto di esserci caduto, nonostante i mille avvertimenti volti proprio agli anziani, è piombato in uno stato di depressione, tipico di chi desidera dimenticare. Qualcun altro si è vergognato per la figura; altri ancora, consapevoli di non rivedere indietro mai più i propri soldi, avrebbero volentieri evitato di perder tempo in caserma.


Il Maggiore Luigi CICCARELLI illusttra l’operazione teramana

Insomma il successo vero dei Carabinieri, in questo caso dei militari della Stazione di Numana, si è misurato con pazienza di saper raccogliere, andando più volte a casa, lo sfogo di un 77enne del luogo, vittima del quartetto lo scorso 20 giugno.
All’anziano fu portato via di tutto per circa 20.000 euro tra denaro, orologi di valore e oggetti in oro. Un bottino tra i più consistenti tra i venti episodi riusciti alla banda rom che ha agito, secondo la ricostruzione del sostituto Procuratore Paci, per ben sette occasioni ad Ancona e poi due volte a Cervia e una ciascuno in quel di Osimo, Jesi, Porto Recanati, Porto San Giorgio, Ascoli Piceno, Giulianova, Ortona, Francavilla a Mare, Campobasso e Ferentino e un bilancio complessivo vicino ai 200.000 euro!
Ieri mattina, all’alba, l’irruzione dei Carabinieri osimani nelle abitazioni teramane dei quattro, su ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip Cimini, ha permesso di allungare quantomeno il già corposo curriculum giudiziario dei protagonisti.
Rinchiusi nel carcere di Teramo, le tre donne e l’uomo arrestato, secondo l’attuale politica carceraria attuata da tempo dalla Magistratura, saranno presumibilmente donne e uomini liberi già nel giro di qualche ora.
Liberi soprattutto di riprendere, da dove sono stati interrotti, il proprio lavoro di incaricati di verifica su quanto mandato in discarica dai nostri anziani; forti del fatto, soprattutto, che evidentemente in Italia si può fare… oltre che della consapevolezza di risultare alle future vittime dei perfetti sconosciuti.
Insomma, insieme alla volontà dei giudici, incomprensibile al popolo, di rispedire in libertà quanti più delinquenti possibili, il Paese sconta anche la decisione delle Autorità, sempre più comune, di non diffondere dati personali e foto segnaletiche di quanti delinquono abitualmente; una politica che avrà pure qualche misteriosa ragione di base ma che di fatto si pone all’opposto rispetto all’esigenza primaria di sicurezza reclamata tutti i giorni dai cittadini.


 

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