ULTIMO COLPO DI MANO DI CERISCIOLI
ANCHE IL PRONTO SOCCORSO ALL’INRCA!

ULTIMO COLPO DI MANO DI CERISCIOLI ANCHE IL PRONTO SOCCORSO ALL’INRCA!

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ULTIMO COLPO DI MANO DI CERISCIOLI
ANCHE IL PRONTO SOCCORSO ALL’INRCA!

Enzo Frati, per protesta, annuncia il pensionamento per fine anno

 

Anche il Pronto soccorso nel pacchetto ospedaliero con destinazione Inrca!

In verità il punto esclamativo, non sarebbe da utilizzare da chi, come OSIMO OGGI, ha scommesso fin dal primo istante sulla mancanza di lieto fine della vicenda “S.S.Benvenuto e Rocco”, anche limitatamente al futuro del reparto condotto con maestria, dal 1980, dal dottor Enzo Frati.

“Smantellatore” Ceriscioli, nel silenzio assordante di “soldatino” Pugnaloni, ha dunque ordinato e lunedì pomeriggio il Consiglio regionale sarà chiamato a dare ufficialità alle dolenti note.

Il Pronto soccorso e la parte umana in esso contenuta, dal prossimo 1° gennaio 2018, verranno ufficialmente chi accorpato all’Inrca e chi destinato a qualche altro servizio ospedaliero, ovviamente non ad Osimo dove invece la politica piddina osimana innalzerà bandiera bianca.

E dire che il signor Sindaco ci risulta essere a conoscenza della mala parata in vista da almeno qualche giorno (esattamente è stato informato lunedì 2 ottobre) ma al solito a dare notizia alla città e agli osimani tocca ad OSIMO OGGI, ovvero al foglio beatamente più lontano, detto con orgoglio, dall’ufficialità della politica di Palazzo comunale.

Per tutta la settimana Pugnaloni, tra un fondamentale commento e l’altro in Facebook, non ha trovato tempo per scattare l’allarme sociale, che forse non sarebbe scattato ugualmente visto il disinteresse cronico degli osimani al futuro della… propria pelle!

Di fatto, anche stavolta come in tutte le altre chiusure di reparto ospedaliere, Pugnaloni ha guardato e lasciato fare senza strapparsi di testa alcun capello residuo.

Anzi. Nel corso di uno degli ultimissimi Consigli comunali, spalleggiato da “certo che ci credo” Bernardini, Pugnaloni era giunto al punto di sottoscrivere, con voto unanime, ordini del giorni proposti da Su la Testa circa la vigilanza – leggi stato di futura ottima salute – sulle opere imprenscindibili destinate al pronto soccorso da ristrutturare.

Chiacchere! Solo noiosissime, lunghissime, estenuanti chiacchere tra chi è oggi all’opposizione e chi – il Pd – all’opposizione interna non è ancora arrivato per la semplice presa d’atto di non contare nulla sullo scacchiere regionale democratico.

Insomma l’Amministrazione Pugnaloni, con i suoi due voti di scarto, è giunta come autentica manna, meglio del cacio sui maccheroni, per portare a termine il ventennale programma regionale di smantellamento, ideato dal PD, di qualsiasi parvenza di ospedale a sud di Ancona.

Non può essere solo un caso che Ceriscioli, nell’avviare la sua legislatura, abbia mantenuto per se la delega calda della Sanità. Certi lavori sporchi non possono essere delegati, si rischia di perdere tempo o – sull’onda di troppe proteste popolari o distinguo politici – di far si che non divenga mai giorno.

Occorreva uno, come Ceriscioli – impassibile ad ogni richiesta della lontanissima base, tenace nel no verso qualsiasi compromesso, “doti” che solo l’autorità della figura del Governatore poteva garantire – per portare a compimento il progetto ideato, probabilmente, fin dalla fuoriuscita di Polenta dall’assise regionale e confermato, tranne la parentesi Latini, dalla non presenza di alcun eletto osimano.

Tutto questo, dunque – con l’atto in calendario lunedì in Regione, votato dal Consiglio regionale con l’intera città inconsapevole di quest’ultimo agguato – chiude idealmente un cerchio nefasto che per 30 anni, fin dai tempi del Muzio Gallo, ha visto la politica dire, giurare, spergiurare una cosa per invece mettere nero su bianco documenti indicanti l’esatto contrario.

La politica del bastone (molto bastone) e di qualche rara carota che – qua e la – ha premiato qualche traditore della causa (vedi di nuovo Pugnaloni e il concorso Asur premiante la first lady e i “primi” 48 partecipanti) lasciando a bocca asciutta una città di 35.000 abitanti e un bacino di oltre 100.000 cittadini di serie B, colpevoli di votare troppo poco PD o di non votarlo affatto.

Con il voto regionale di lunedì, dunque, si chiude il cerchio. Il pronto soccorso cessa di essere ricompreso quale servizio in capo alla area vasta 2 per entrare a far parte dell’intero pacco regalo destinato all’Inrca.

E vale molto poco, ora, chiedersi, se la Regione ci spenderà sopra gli ultimi spiccioli promessi per un inevitabile ammodernamento o se invece a farsene carico sarà l’Inrca o – molto più probabile – nessuno delle due realtà investirà un solo centesimo per il mantenimento in vita, così com’è, anzi migliorato, del pronto soccorso.

Prima conseguenza dell’addio all’Area Vasta 2, l’addio per reazione del primario Enzo Frati, per 37 anni e mezzo operatore di prestigio in una struttura che, al di la dei limiti di spazio, ha provato ad aumentare e far crescere la professionalità di tanti medici e infermieri susseguitisi.

“Onestamente non capisco, se non come un atto di volontà politica, la ragione di questa decisione. Ho speso la mia intera vita professionale – spiega Frati – per cercare di far crescere, seppur tra mille difficoltà immaginabili, un servizio di cui noi tutti siamo oggi giustamente orgogliosi. E dire che fino a pochissimi giorni fa – continua il primario, nonchè capo dipartimento Asur settore emergenze – le conferme sul futuro del pronto soccorso, ancora legato alla Asur, si sprecavano.

In queste ore, invece, apprendiamo di una realtà diversa che, personalmente, non mi vedrà protagonista. Per fortuna ho già maturato l’età per la messa a riposo, sono ancora discretamente “giovane” ed oltre il lavoro ho mille interessi e passioni a cui dedicarmi. Spiace che sia finita in questo modo e oltretutto, politica a parte, non se ne comprendono le ragioni… neppure di tanta fretta (31 dicembre 2017), visto che la nuova realtà dell’Inrca non sarà attiva così celermente… e allora mi chiedo: perchè tanta fretta, a chi giova questa decisione dell’ultimo minuto che pone tutta la sanità osimana spalle al muro?

La politica, di per se, non può spiegare e giustificare tutto. La città e il comprensorio – chiude Frati – avrebbero meritato maggior chiarezza, onestà intellettuale e migliori attori. Confermo tutta la mia amarezza, da cittadino e da addetto ai lavori, ma non farò parte del nuovo progetto. Probabilmente anche questa mia decisione era stata, in qualche modo, messa in conto…”.

E ora? Largo all’ultimo fuoco di fiamma delle polemiche… diremmo spazio alla batteria finale. Dopo di che gli osimani, calmate le acque, prendano buona nota di quanto accaduto in 30 anni: dall’annuncio dei soldi per il nuovo ospedale dato da Polenta, all’annuncio del passaggio anche del Pronto soccorso con l’Inrca dato da OSIMO OGGI; e traggano le conseguenze del proprio operato, sbagliato, in tanti anni di cabina elettorale.

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SAMUEL HA UN TUTORE RICONOSCIUTO MA I 137.548,43 EURO RESTANO AD OSIMO!

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