TROVATO IN CASA, STESO IN TERRA, 24 ORE DOPO L’ICTUS
GIULIODORI DA UN MESE TRA LA VITA E LA MORTE

TROVATO IN CASA, STESO IN TERRA, 24 ORE DOPO L’ICTUS GIULIODORI DA UN MESE TRA LA VITA E LA MORTE

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TROVATO IN CASA, STESO IN TERRA, 24 ORE DOPO L’ICTUS
GIULIODORI DA UN MESE TRA LA VITA E LA MORTE

Ex Consigliere Dc, “Bertacchia” è ricoverato a Jesi in gravi condizioni. Aveva perso da poco l’unico familiare, il fratello Giuliano


Colpito da improvviso da ictus, resta disteso a terra, senza soccorso, per quasi una giornata. A ritrovarlo in queste condizioni, sofferente ma per fortuna ancora vivo, la badante di casa che spesso si occupa delle necessità di un uomo solo.

Da oltre un mese Alberto Giuliodori, circa 65 anni, sta lottando tra la vita e la morte in un letto di ospedale, a Jesi, reparto di Rianimazione.

Ex Consigliere comunale (1990-’95) per la Democrazia Cristiana nel mandato Orsetti, Giuliodori è senz’altro persona conosciutissima e unanimemente stimata dall’opinione pubblica osimana, al di la e al di sopra di qualsiasi appartenenza politica.

Un uomo amato e ben voluto quanto stranamente dimenticato in questo passaggio davvero doloroso della sua vita, passaggio che fa il paio con la fresca morte dell’amatissimo fratello Giuliano.

Incredibilmente la notizia, non passata attraverso canali ufficiali nemmeno nell’immediatezza dei fatti, giunge all’opinione pubblica ormai abbondantemente datata – sembra risalente alla prima settimana di agosto – ed è rimasta circoscritta, come riservata tra gli amici più stretti; quasi volutamente silenziata, a difesa di chissà quale cavernicolo concetto di privacy.


Alberto GIULIODORI (dx) con il compianto foto amatore Domenico TADDIOLI

Anche a distanza di tempo, pur arrivando ad informare la città, come di sovente, per primi, siamo pertanto costretti ad utilizzare abbondantemente il condizionale non avendo trovato disponibilità, tra gli amici che stanno pregando per la vita di Alberto, a dedicargli qualche istante per un pensiero pubblico.

Stimato in città oltre che sul piano umano e professionale, anche per aver dedicato, laicamente, la propria vita al fratello maggiore Giuliano (scomparso il 29 maggio scorso a 70 anni, portatore di handicap), Giuliodori – “Bertacchia” per gli amici – ha avuto appena il tempo di assaggiare la nuova vita di single.

Soccorso per quanto possibile al tardivo rinvenimento del corpo, Alberto Giuliodori è giunto in coma a Torrette per le prime cure e quindi trasferito in Rianimazione a Jesi.

Da allora, ovvero dal momento del ricovero ad oggi, circa un mese dall’evento, Giuliodori non avrebbe più ripreso conoscenza lasciando nella disperazione gli amici di una vita; amici e non familiari in quanto tutta la famiglia, specie negli ultimi anni, era racchiusa nella persona del fratello maggiore Giuliano, una intera esistenza in simbiosi come poche altre persone avrebbero saputo fare.

Ex dirigente amministrativo dell’asilo Muzio Gallo, Giuliodori è apprezzato per il suo impegno in qualità di capo boy scout e rifondatore, nel 1976, dello scautismo in città, secondo nelle Marche e addirittura settimo in Italia.
Fondatore del gruppo storicamente legato all’attività del Duomo, Alberto Giuliodori ha legato il proprio nome anche all’avvio di analoghe esperienze a Filottrano e a Sigillo, in Umbria.

A questa esperienza ha regalato agli appassionati boys scout, giovani e meno del movimento, diverse pubblicazioni in cui ha saputo bene illustrare i valori educativi intrinsechi ai giovani esploratori cari a Robert Baden-Powell.
Provetto fotografo amatoriale, gli scatti in bianco e nero costituiscono l’altra grande passione che accompagna da sempre le giornate di Giuliodori; anche in questo settore sono molte le sensazioni positive condivise da quanti, nel passato, si sono confrontati con l’arte fotoamatoriale cresciuta, negli scatti di “Bertacchia” da hobby popolare al livello di forma di cultura.

La passione politica, infine, vissuta fino all’ultimo all’ombra della Democrazia Cristiana di cui è stato silenzioso ma valido interprete nel quinquennio a guida Orsetti, assieme agli allora giovani amici Enrico Canapa e Antonino Di Renzo Mannino.

“Un uomo coerente, dai comportamenti sempre apprezzabili anche se vissuti da sponde opposte – ricorda Graziano Piergiacomi, Consigliere comunista rimasto come tutti colpito dalla notizia appresa in anteprima – un uomo con cui non è mai stato possibile litigare in quanto profondamente uomo perbene”.


 

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